«Ora, siccome la gente originaria è scomparsa o quasi, la popolazione attiva proviene soprattutto dall'Europa, e ciò che avviene in America ha la sua origine in Europa. È di qui che la popolazione esuberante si è trasferita in America. Il processo si può paragonare a quello che s'è visto, in tempi più remoti, svolgersi nelle città libere dell'impero germanico. Queste possedevano molti diritti commerciali, e molti emigranti vi si rifugiarono per stabilirsi nei loro dintorni e partecipare così al godimento di tali diritti. ... Analogamente, anche cittadini di quei centri maggiori, che avevano fatto bancarotta e non potevano più giungere a esercitare con onore il loro mestiere e a farsi vedere a fronte alta nelle loro gilde, si stabilivano nello stato limitrofo; essi vi trovavano tutti i vantaggi che offre una città del genere, liberazione dai gravami a cui erano soggetti nelle città antiche, e soprattutto da ogni vincolo di corporazione. Così, accanto alle città chiuse, abbiamo visto sorgere luoghi in cui venivano coltivati gli stessi mestieri, ma senza vincoli. Tra l'America del nord e l'Europa il rapporto è lo stesso. Molti inglesi si stabilirono là, ove mancavano completamente quelle tasse ed imposte, che in Europa gravavano sul commercio e sui mestieri. ...
L'America, inoltre, è diventato un luogo di rifugio, verso cui si è diretto il rifiuto dell'Europa. Tale emigrazione offre di fatto molti vantaggi, in quanto gli emigranti si liberano da molti degli impacci che potevano opprimerli in patria, e portano con sé il tesoro della coscienza e della cultura europee, senza i loro pesi. A coloro che vogliono lavorare energicamente e che in Europa non ne trovano il modo, è aperto, così, un vasto campo d'azione in America. ...
Per quel che concerne la politica, nell'America del Nord il suo scopo universale non è ancora fissato nella sua salda autonomia, né si avverte ancora il bisogno di una stabile coesione, perché un vero stato e un vero governo sorgono solo quando vi è già una differenza di classi, quando ricchezza e povertà divengono molto grandi, e ne nasce uno stato di cose per cui un gran numero di persone non può più soddisfare i suoi bisogni nel modo che gli era consueto. ...
L'America del Nord potrebb'essere paragonata con l'Europa, solo quando l'immenso territorio di questo stato fosse occupato per intero, e la società civile, refluendo su sé stessa, si fosse concentrata e agglomerata in sé. ... È certo uno stato indipendente e potente, ma il processo di formazione dei suoi momenti elementari è ancora in corso. Solo quando il suolo sarà tutto occupato, si stabilirà un saldo ordinamento di cose. I primordi di un simile ordinamento, che si sussistono, sono di natura europea. Per ora può sempre trasferirsi colà la popolazione esuberante degli stati europei: ma quando ciò cesserà, questo mondo americano ripiegherà su di sé, e prenderà stanza in sé medesimo. ... Da prendere in considerazione è solo il suo rapporto con l'Europa, nel senso che l'America è un annesso, che ha raccolto l'eccedenza dell'Europa. Questa parte del mondo era in parte già trascorsa, quando entrò in rapporto con noi, in parte non è ancora pronta per assumere il suo posto nella storia.
L'America è, così, il paese dell'avvenire, quello a cui, in tempi futuri, forse nella lotta fra il Nord e il Sud, si rivolgerà l'interesse della storia universale».
G. W. F. Hegel, Lezioni sulla filosofia della storia, Vol. I, pp. 226–233, 1837.
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