In una lettera indirizzata a Engels datata 20 giugno 1866, Marx scrive all'amico che durante il Consiglio dell'Internazionale (svoltosi il giorno precedente), la discussione verté sulla posizione che i delegati dovevano assumere riguardo la questione delle "nazionalità". Per i rappresentanti della "giovane Francia", non operai, (sic!) i concetti di "nazione" e "nazionalità" costituivano solamente dei vecchi pregiudizi. Terminato il discorso del delegato francese Lafargue, prese la parola Marx e, strappando una risata agli inglesi fece presente che, mutatis mutandis, il discorso di Lafargue sul superamento di quei "vetusti" pregiudizi nazionali venne compreso solo da un decimo dei delegati, perché pronunciato in lingua francese. Continuando la sua arringa Marx notò che, sebbene Lafargue apparisse vivamente animato dall'intenzione di negare quei pregiudizi, dall'altro egli era inconsciamente attratto dall'idea (sciovinista) del superamento dei concetti di "nazionalità" e "nazione" e dal conseguente riassorbimento di questi nell'idea di "nazione modello francese". Letta oggi, l'intuizione di Marx desta un certo effetto...

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