Il patrimonio sterminato della pubblicistica sovietica giace ingiustamente sepolto da decenni, in polverosi archivi e cantine o in pagine poco frequentate della Rete. Alcuni titoli, anche trasposti in inglese, non videro mai la traduzione italiana. Motivo per cui ho approntato la traduzione di questo brevissimo opuscolo edito in URSS (Novosti, Mosca, 1984) dall'eloquente titolo «1984 e "1984”. Dove e come le previsioni di George Orwell si sono avverate?». Esso sta a suggerire che il dibattito politico-culturale in merito alla celebre distopia orwelliana era cosa normale. L'autore del pamhplet attacca duramente sia Orwell (nondimeno tributandogli i meriti della sua abilità letteraria) che l'impianto dell'opera, rivolta, com'è noto, a gettare discredito sull'esperienza di un nuovo sistema socio-economico: «Il “futuro marcio” del socialismo che intendeva descrivere si è rivelato essere la ripugnante realtà del capitalismo». La più celebre recensione che nel 1950 ne fece Togliatti sotto pseudonimo è, sostanzialmente, in sintonia con quanto contenuto nel libello, sebbene l'autore (il cui nome è l'acronimo di: Marx-Engels-Lenin-Oktyabr'skaya-Revolyutsiya) abbia avuto il "privilegio" di conoscere assai da vicino la realtà statunitense degli anni '60-80 come editore e giornalista. Egli riporta gli stralci di un discorso dell'allora Presidente Reagan, pronunciato con un tipico registro da "neolingua", cartina al tornasole dell'autentica, orwelliana, realtà statunitense. Ça va sans dire, ferocemente attuale.

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