L'articolo parla della falsificazione della storia riguardo alla Seconda guerra mondiale e ai rapporti tra Unione Sovietica e Germania hitleriana. Viene descritto come i governi britannico e statunitense abbiano iniziato a riscrivere la storia già nell'immediato dopoguerra. Viene presentato un opuscolo pubblicato dall'Ufficio d'Informazione Sovietico nel 1948 per ricostruire gli avvenimenti storici che portarono l'Unione Sovietica a concludere un patto di non aggressione con la Germania nazista.
Il testo di O.A. Ržeševskij denuncia la politica di sabotaggio dei circoli reazionari nei confronti dell'URSS e l'indifferenza degli stessi nei riguardi delle milioni di vittime civili e militari aggiuntive a causa del ritardo dell'apertura di un secondo fronte in Europa. L'autore mette in luce la revisione della storia da parte della propaganda ufficiale statunitense, che tenta di minimizzare il peso determinante che ebbe l'URSS nel corso del secondo conflitto mondiale.
Il pamhplet "1984 e '1984'" edito in URSS nel 1984 confronta la distopia di Orwell con la realtà sovietica e statunitense. L'autore attacca duramente Orwell e l'impianto dell'opera, sostenendo che il "futuro marcio" del socialismo descritto si è rivelato essere la ripugnante realtà del capitalismo. Il libello riporta anche gli stralci di un discorso di Reagan, cartina al tornasole dell'autentica, orwelliana, realtà statunitense. Il dibattito politico-culturale in merito alla celebre distopia orwelliana era cosa normale nella pubblicistica sovietica, ma molti titoli non videro mai la traduzione italiana.
L'equiparazione tra comunismo e nazismo decisa al Parlamento di Strasburgo è stata criticata in quanto Strasburgo fu liberata dalle truppe franco-statunitensi grazie all'offensiva sovietica. L'offensiva sovietica costrinse il comando tedesco a rinunciare al contrattacco ad Ovest e la 6ª armata corazzata delle SS fu trasferita in fretta e furia in Ungheria per contrastare la decisa avanzata sovietica. Churchill scrisse a Stalin chiedendo una grande offensiva russa sul fronte della Vistola o in qualunque altro punto nel corso del mese di gennaio o in qualunque altro momento che voi vorreste, forse indicare.
L'articolo smentisce alcune calunnie riguardanti l'Unione Sovietica e gli ebrei, come la punibilità dell'insegnamento della religione ai bambini con la pena di morte e l'assenza di copie del Vecchio Testamento. Inoltre, si analizzano gli antecedenti della 'questione ebraica' in Unione Sovietica, evidenziando lo stato di impoverimento in cui versavano le masse ebraiche sotto il regime politico zarista.
In questo testo, Ernesto Guevara analizza la situazione dell'imperialismo e del neo-colonialismo in Africa. Egli sostiene che le borghesie autoctone non sono in grado di opporsi all'imperialismo e che l'Africa rappresenta un campo vergine per l'invasione neo-coloniale. Guevara afferma che gli Stati Uniti stanno cercando di entrare nella regione e che l'evoluzione politica e sociale dell'Africa non lascia prevedere una situazione rivoluzionaria continentale. Infine, Guevara invita i popoli oppressi del mondo a eliminare le basi di sostentamento dell'imperialismo e a non cedere alla tentazione di aspettare la libertà come una elemosina.
Le steppe dell'Asia centrale sono state il centro di diffusione del nomadismo pastorale a partire dal 4000 a.C. Questo tipo di nomadismo presentava migrazioni cicliche per seguire la transumanza delle greggi. Quando un gruppo nomade-pastorale incontrava un popolo sedentario dedito all'agricoltura erano frequenti scambi economici e non di rado forme di simbiosi, oppure di predazione totale. Le società agricole erano deficitarie di un'organizzazione militare che eguagliasse quella delle popolazioni nomadi. La stessa economia nomadica per riprodurre se stessa necessitava di un dispiegamento logistico di forze simile a quello di un esercito in movimento. Attorno al II millennio a.C. una serie di esplosioni demografiche tra questi abitanti della steppa generò un fenomeno di ondate di emigrazione protrattesi fino al Medioevo.
L'antropologo Ernesto De Martino traccia un profilo socio-psichico della tribù aborigena dell'Australia centrale, gli Arunta, dedita perlopiù a un'economia di sussistenza. Il mito assume una funzione di riscatto dall'angoscia del peregrinare, dall'incertezza del nomadismo. Il palo totemico rappresenta l'asse del mondo, un sostegno che divide il cielo dalla terra, che impedisce alla volta celeste di collassare sulla terra.
Il testo parla del cosmopolitismo come ideologia della borghesia imperialista e delle diverse forme di propaganda che lo promuovono. Viene criticata l'affermazione che il principio di sovranità sia un ostacolo allo sviluppo delle forze produttive e viene difesa la libertà di auto-determinazione nazionale come strumento per una più stretta unità e cooperazione tra le nazioni. Il tutto viene visto dal punto di vista del marxismo e del comunismo.
In questo articolo, Lenin parla del 'significato progressivo' della migrazione dei popoli, auspicando la rottura delle barriere e dei pregiudizi nazionali tra gli operai per evitare la guerra imperialista. Oggi, quei presupposti sembrano cadere, ma all'epoca la migrazione dei lavoratori rappresentava un fattore di forgiatura di schiere di lavoratori coscienti e compatti.